| Cap 4 Incontri … scontri. La giornata era proseguita senza altri incontri ravvicinati. Sino all’ultima ora. Il signor Tanner era intento a spiegare quella dannata guerra civile. Ma ad Elena poco interessava, Damon era seduto a tre banche da lei. E non aveva nessuna intenzione di staccarle gli occhi di dosso. Poteva sentire il suo sguardo forarle la schiena. Sentì una vibrazione nella tasca. Messaggio. Da parte di Bonnie. “Quello fico ti sta fissando.” Rivolse un fugace sguardo a Damon che, confermando i suoi sospetti, fissava intensamente ogni singola parte di lei. Elena sfoderò il classico sorriso imbarazzato e continuò a seguire, in modo del tutto opinabile, la lezione. L’ora trascorse tra sorrisi rubati e intense occhiate che avevano un non so che di eccitante. Elena, non appena suonò la campanella, radunò le sue cose ed uscì. Nemmeno il possibile incontro con Damon avrebbe potuto distoglierla da ciò che doveva fare ora. _________________
Entrò nel cimitero di Mystic Falls verso le tre del pomeriggio, un leggero sole accompagnava quella visita, che ormai faceva da circa quattro mesi. Si sedette davanti alla lapide dei suoi ed iniziò a scrivere sul suo fedele diario. Caro diario, Oggi avrò ripetuto la frase “sto bene, grazie,” un miliardo di volte. E nessuna di quelle volte, era vero. Sai ho capito, che la gente quando te lo chiede, non vuole saperlo veramente. Vuole solamente sgomberarsi la coscienza e sapere che in quel momento, per te, hanno fatto il massimo. Alzò un secondo lo sguardo sulla lapide. In quel momento una candida civetta, fece la sua comparsa. Elena fu scossa da un brivido, le metteva sempre soggezione quel posto, ma quell’uccello sembrava dare forma a tutte le sue più vivide paure. Si alzò anche una leggera nebbiolina che convinse Elena a fuggire da quel posto. Corse verso il bosco, quando inciampò di colpo. Si rialzò ma sentiva una presenza dietro di lei. Si voltò e vide l’ultima persona che pensava di incontrare. Damon le riservò un’occhiata dolce e comprensiva. <ehi! Scusa non volevo spaventarti!> <mi stavi seguendo?> Disse Elena, accompagnando la frase con uno sguardo omicida. <veramente ero in visita. Ho dei parenti,qui.> Sussurrò Damon, abbassando lo sguardo. Non era mai successo, mai nessuna donna o uomo che sia, aveva mai avuto il potere di far abbassare lo sguardo a Damon Salvatore. Che potere aveva su di lui questa Elena Gilbert? <scusa, sono veramente priva di tatto. Piacere sono Elena.> e gli porse la mano. <damon.> e le strinse la diafana mano. A quel contatto entrambi rabbrividirono. <si lo so. Abbiamo storia insieme.> sorrise Elena. <si anche francese e inglese.> aggiunse ricambiando il sorriso il giovane. Ad un tratto le narici di Damon si dilatarono. L’odore del sangue impestava l’aria. Non era un sangue qualsiasi. Aveva il profumo più dolce che lui avesse mai sentito. Chiese ad Elena. <sei per caso ferita?> disse indicandole la gamba, su cui precedentemente era caduta. <non saprei …> disse scoprendo il polpaccio. Lì scorse una ferita che sanguinava in maniera copiosa. <o mio Dio si. Ma non credo sia nulla di grave> rialzò lo sguardo ma gli occhi neri che si aspettava, erano spariti nel nulla, risucchiati dalla foresta.
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